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Calcolosi della colecisti

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Calcolosi della colecisti

I calcoli della colecisti sono formazioni dure simili a sassi, di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro, all'interno della colecisti (o cistifellea).  I calcoli, ostruendo il deflusso della bile oltre a dare colica biliare, infiammano  la colecisti. Questa patologia è maggiore nel sesso femminile e si associa spesso con gravidanze multiple, obesità o rapidi cali ponderali.
Ci sono 2 tipi fondamentali di calcoli:
calcoli di colesterolo
calcoli pigmentati.
I calcoli di colesterolo si formano perché il fegato del il paziente produce una bile satura in colesterolo. Il mantenimento del colesterolo nella bile dipende dall'equilibrio con alcuni fattori quali i sali biliari e i fosfolipidi. Se questo equilibrio si rompe, si produce una bile satura in colesterolo che rappresenta il fattore favorente la precipitazione del colesterolo stesso. Il successivo passo consiste nella formazione, da minuti cristalli di colesterolo, di agglomerati più grandi, già visibili ad occhio nudo. A questo punto, la formazione di calcoli veri e propri è inevitabile.
I calcoli pigmentati vengono a loro volta distinti in bruni, associati di solito ad infezioni . La matrice di questi calcoli è rappresentata da bilirubina non coniugata che si combina e precipita con il calcio a formare bilirubinati di calcio.

Diagnosi medica:  colica biliare post prandiale

Diagnosi infermieristica:
-Dolore acuto correlato ai calcoli biliari
-Alterazioni della nutrizione secondaria ad assunzione di quantità superiori al fabbisogno dell'organismo
-Ansia correlata all’intervento chirurgico
-Carenza di liquidi conseguente a perdita attiva dell'organismo (emesi)
Priorità assistenziali:  
-impedire la disidratazione
-alleviare il dolore
-ridurre l’ansia
Indicatori di risultato:
-Il pz non lamenterà più dolore o avrà un vas inferiore a quello iniziale
-il pz non presenterà segni di disidratazione
-l’ansia del pz sarà diminuita rispetto alla situazione iniziale
Interventi e motivazioni
Verrà utilizzata la scala di vas per una stima del dolore, in tal modo si potrà determinare il livello iniziale e finale di quest’ultimo.
Il pz verrà posizionato nel letto in anti-trendelemburg, con un inclinazione di circa 30° per evitare che il materiale gastrico rigurgitato venga accidentalmente inalato ( così facendo si riduce il rischio provocare una polmonite ab ingestis)
Verrà posizionato un sondino naso gastrico SNG in modo tale decomprimere lo stomaco,svuotarlo,alleviare il dolore,misurare il ristagno gastrico e la qualità dello stesso. (questa patologia può esacerbare dopo un pasto abbondante ed è tipica delle donne obese)
Somministrare farmaci quali l’acido ursodesossicolico e antidolorifici, per i calcoli di colesterolo mobili e inferiori ai 5 mm. ( l’utilizzo del farmaco permette la riduzione delle dimensioni del calcolo fino alla sua dissoluzione)
Somministrare liquidi (permettono l’idratazione del pz e l’integrazione della volemia persa con il vomito
Informare e tranquillizzare il pz. ( se i calcoli non si risolvono con la terapia medica dovranno essere rimossi per via chirurgica, per via laparoscopica; informare il pz sulle strategia di cura allevia l’ansia e diminuisce lo stress)
Monitorare parametri vitali e bilancio idrico (i parametri vitali vanno monitorati perché con le perdite di liquido attraverso l’emesi il pz corre il rischio di avere uno shock ipovolemico, o degli squilibri idroelettrici)
Complicanze

La "colecistite acuta" è causata da un'ostruzione acuta del dotto cistico da parte di un calcolo incuneato nel dotto. Il dolore è simile a quello della colica biliare, ma persiste per più di qualche ora e può rimanere anche qualche giorno. Si può associare a nausea, vomito, tensione addominale con reazione addominale in ipocondrio destro. La colecisti si può distendere (idrope della colecisti) e può comparire la "febbre" con leucocitosi. In questi casi l'evoluzione è la comparsa di un empiema della colecisti con materiale purulento al suo interno.
La "perforazione della colecisti" è caratterizzata dalla comparsa di un addome acuto (peritonite)che richiede un intervento d'urgenza. Talvolta si può formare una fistola bilio-enterica ("fistola bilio-digestiva) e il calcolo può portare ad un'ostruzione determinando il noto "ileo biliare da calcoli". In questi casi, il trattamento consiste nella laparotomia d'urgenza.
La litiasi della colecisti è causa di "pancreatite acuta". Quando è possibile è meglio far precedere il trattamento medico alla colecistectomia. Se la situazione è in progressivo peggioramento si deve ricorrere alla laparotomia d'urgenza.


Problemi collaborativi:
- rischio elevato di peritonite acuta
-emorragia secondaria ad intervento chirurgico
-alterazione dell’equilibrio idro-elettrico
-peritonite secondaria a perforazione della colecisti secondaria a colecistite acuta
-Complicanza potenziale di calcolosi del coledoco
-Complicanza potenziale di
perforazione della colecisti

-Complicanza potenziale di  
pancreatite acuta

-Complicanza potenziale di  
fistola colecisto-duodenale


Priorità assistenziali:
-gestire e ridurre al minimo le complicanze della colecistite acuta

Indicatori di risultato:
Il pz presenterà non avrà i segni e i sintomi della colecistite acuta
Interventi e motivazioni:
Monitorare i parametri vitali e i segni e sintomi della patologia, tipo:
Dolore continuo (visibile anche dalla mimica facciale)
Subittero  (può essere individuato osservando le mucose del pz)
Contrattura di difesa localizzata (evidenziabile mediante un esame obiettivo e dovuto al dolore)
Febbre spesso preceduta da brivido
Murphy positivo
Nausea
Vomito (provvedere al posizionamento del sondino naso gastrico per svuotare eventualmente lo stomaco e decomprimerlo)
Tutto questo viene effettuato per valutare se il paziente sta migliorando o no.
Collaborare col medico al fine di eseguire esami dignostici quali l’ecografia, che mette in evidenza il calcolo in maniera non invasiva.



Piano di dimissione:
Il paziente operato, dopo 4 giorni di osservazione potrà essere dimesso. Sarà in grado di elencare segni e sintomi della patologia , riconoscerli e contatterà il medico di famiglia in caso di dubbi. Il pz conoscerà i fattori di rischio della patologia e i farmaci, dosaggi che dovrà assumere a casa propria per completare il processo di guarigione. Il pz inoltre dovrà seguire una dieta adatta al suo fabbisogno giornaliero, povera di sostanze che posso risvegliare la patologia. Riprenderà una inizialmente blanda attività fisica . Il pz sarà in grado di gestire il sito chirurgico della puntura,lavarlo con acqua e sapone delicato e lasciare che gli speciali adesivi applicati al sito della puntura si stacchino spontaneamente.
In caso di intolleranza ai grassi prima dell’intervento chirurgico aggiungere i grassi alla dieta e con piccoli incrementi. Prendere appuntamenti con il chirurgo per un controllo da eseguirsi 7-10 giorni dopo l’intervento. Il pz contatterà l’infermiere e il chirurgo se compaiono segni di infezione in corrispondenza al sito di puntura: arrossamento, gonfiore, calore locale, materiale drenato e in caso di nausea, vomito o dolore addominale.


 
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