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Trapianto di rene

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Caso clinico numero 36 . TRAPIANTO I RENE


Il trapianto di rene è una procedura chirurgica che consiste nella sostituzione di un rene malato con un rene sano prelevato da un donatore vivo o morto. Può essere indicato quando il rene non risulta più funzionante a causa di infezione, malattia renale allo stadio terminale o carcinoma.
L’organo non più funzionante viene solitamente lasciato in situ, mentre il nuovo viene collegato all’arteria iliaca e alla vena ipogastrica. Le possibili complicanze dell’intervento sono: emorragia, infezione, rigetto d’organo e morte.I candidati al trapianto devono sottoporsi ad una serie di esami, per escludere l'eventuale presenza di malattie che controindichino l'intervento e la successiva terapia antirigetto.  Le possibilità di riuscita ora superano il 50%. La prevenzione e la terapia del rigetto di trapianto è ottenuta con la terapia immunosoppressiva, che va continuato, se pur a dosaggio via via decrescenti, per tutta la vita. I farmaci comunemente usati sono : ciclosporina, cortisone, ripamicina, e richiedono un monitoraggio continuo del loro livello nel sangue.
Segni e sintomi di complicanze post-trapianto possono essere: aumento o riduzione della diuresi, ipertensione, proteinuria, ematuria, aumento conta leucocitaria e febbre, malessere generale.
La maggioranza degli organi, una volta terminate le anastomosi vascolari, riprendono quasi subito la loro funzione, ma a volte il rene va incontro ad un fenomeno di non funzionalità iniziale che prende il nome di necrosi tubulare. Questo fenomeno indica il danno subito dall'organo durante la fase di prelievo, o durante il periodo nel quale (da cadavere) è stato conservato in soluzione fredda.La non-funzione è praticamente reversibile entro la settimana, sempre se non intervengono altre complicanze. Particolarmente importante, nella prima settimana post-trapianto, è il monitoraggio della vascolarizzazione venosa realizzabile con la tecnica ecografica eco-color-doppler: ogni eventuale riduzione di calibro dei vasi venosi o arteriosi è indice di trombosi del vaso stesso, complicanza molto temibile che può essere contrastata con appropriata terapia anticoaugulante.

DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
1)Rischio di infezione, correlato a incisione chirurgica e a trattamento immunosoppressivo.
2)Deficit del volume di liquidi correlato ad alterato funzionamento del rene trapiantato.
3)Dolore, correlato a frequenti procedure invasive ed  all' intervento chirurgico.
4)Rischio di deficit nutrizionale correlato ad anoressia, nausea vomito e restrizioni dietetiche.

COMPLICANZE POTENZIALI
1)Rigetto dell'organo(non ho trovato documentazione interessante su questa complicanza comunque è possibile risalirci trattandola come un attento monitoraggio del paziente e le solite menate che conosciamo tutti, inoltre gli interventi sono simili ad un rigetto di un qualsiasi organo trapiantato solo che qui dobbiamo fare più attenzione agli aspetti urodinamici del paziente:urine, temperatura, bilancio idrico, vomito, aumento delle interleuchine, e segni sospetti nella ferita chirurgica)
2)Sovraccarico di liquidi
3)Acidosi metabolica
4)Squilibrio idroelettrolitico


Rischio di infezione, correlato a incisione chirurgica e a trattamento immunosoppressivo.

a)Priorità assistenziale:Diminuire la possibilità di infezione del distretto chirurgico

b)Obiettivo Infermieristico: Monitoraggio dei parametri vitali in modo tale da intervenire tempestivamente in eventuali casi di infezione.

c)Indicatori di risultato:Il paziente entro 6 h dall’intervento presenterà una temperatura tra 36,5° e 37,2° C, segni vitali nella norma; durante il decorso postoperatorio non mostrerà segni di infezione della ferita chirurgica (eritema, calore, essudato), né delle vie urinarie ( urine torbide e maleodoranti).

d)Interventi infermieristici e spiegazione scientifica:Spiegare al cliente e ai eventuali caregiver l’aumento del rischio infettivo in questa fase del ricovero, e sottolineare l’importanza di riferire prontamente qualsiasi cambiamento dello stato di salute. Queste precauzioni assicurano una buona adesione del paziente ai trattamenti nel postoperatorio. Istruire il cliente ad evitare il contatto con persone con infezioni e luoghi affollati e chiusi in questo modo si limita l’esposizione ai microrganismi. Spiegare la vulnerabilità della cute e il rischio di lesioni e infezioni a causa del trattamento farmacologico immunosoppressivo, i corticosteroidi promuovono la mobilizzazione del tessuto adiposo sottocutaneo, rendendo la cute fragile e sottile; inoltre i cortisonici mascherano i segni di infezione, come febbre e leucocitosi, e rendono necessaria una maggiore vigilanza nei confronti di queste modificazioni.
Controllare a intervalli regolari la medicazione e i drenaggi della ferita chirurgica, per monitorare rossore, calore, essudato, emorragia, questo permette trattamenti tempestivi in caso di complicanze.
Usare tecniche di asepsi durante la sostituzione della medicazione e del bendaggio.
Valutare lo stato polmonare del cliente ogni 4 ore ( frequenza ,profondità e ritmo del respiro) e incoraggiarlo a cambiare posizione, tossire e respirare profondamente ogni 2 ore. Si cerca così di prevenire e tenere sotto controllo eventuali sovrainfezioni polmonari.
Controllare ogni 4 ore quantità, colore, sedimento delle urine, e provvedere alla cura del catetere urinario, per esempio detergendo la cute intorno al meato con un antisettico.In questo modo si    previene e si tiene sotto controllo eventuali sovrainfezioni delle vie urinarie.

Complicanza potenziale di Sovraccarico di liquidi:

a)Priorità assistenziale:monitorare il bilancio idrico.

b)Obiettivo infermieristico:l'infermiere controllerà e documenterà le variazioni del peso del paziente e in caso di sovraccarico di liquidi riuscirà a ristabilire l'equilibrio pre-esacerbazione.

c)Indicatore di risultato:Il paziente non subirà un sovraccarico di liquidi e la volemia sarà mantenuta nei limiti della norma.

d) monitorare per rilevare segni di sovraccarico di liquidi:aumento di peso, ipertensione e tachicardia, distensione delle vene giugulari, edemi declivi, suoni respiratori avventizi es. sibili crepitii, la fase oligurica dell'insufficienza renale dura circa 5 – 15 gg e spesso è associata a eccesso di volume dei liquidi. Pesare il cliente quotidianamente o più spesso se indicato. Attenzione alla precisione pesarlo sempre alla stessa ora con la stessa bilancia e con il cliente che indossa la stessa quantità di indumenti.
Mantenere una puntuale registrazione delle entrate e delle uscite determinare il bilancio idrico e confrontarlo con la perdita o aumento di peso giornaliero. 1 kg di peso aumentato è da considerare come un L in eccesso. Informare il cliente sugli obiettivi della gestione dei liquidi. L'informazione del paziente è importante per una maggiore collaborazione.
Adottare l'apporto di liquidi nel cliente in modo che si avvicini alla quantità perduta più 300 – 500 ml al giorno.
Distribuire l'apporto di liquidi in tutto il corso del giorno e della notte. Con la diminuzione dei liquidi si può avere un accumulo di tossine che può causare nausea e modificazioni del sensorio.


PIANO DI DIMISSIONE
Al momento della dimissione del pz la documentazione evidenzia, segni vitali e parametri monitorati stabili, assenza di infezioni, emorragie e altre complicanze sistemiche, un quadro idro-elettrolitico stabilizzato con edemi limitati e livelli ematici del potassio del calcio del fosforo del magnesio e del sodio nei limiti accettabili, azotemia, creatininemia, uricemia e pH stabilizzati, una situazione nutrizionale stabile con bilancio positivo di azoto ed una lieve perdita di peso, concentrazioni terapeutiche di farmaci nel sangue, una buona capacità di prendersi cura di sé e di eseguire le ADL.
Il paziente e/o i caregiver dovranno aver compreso: l’esito del trapianto e le modificazioni che esso comporta sullo stile di vita del cliente; il regime terapeutico, dietetico e idrico, e nello specifico lo scopo, i dosaggi e le modalità di somministrazione della terapia farmacologia prescritta, e i possibili effetti collaterali; le precauzioni da mettere in atto per diminuire il rischio di contrarre infezioni; le modalità per la cura della ferita chirurgica; segni e sintomi da riferire agli operatori sanitari ( febbre, brividi, aumento del dolore, arrossamento o drenaggio dalla ferita, nausea, vomito, vertigini, modificazioni dello stato neurologico, sincopi); la data, l’ora ed il luogo dei successivi controlli di follow up, e come e quando contattare il medico.
I farmaci che il paziente assumerà sono immunosopressivi(per diminuire la risposta immunitaria), farmaci antirigetto specifici per il trapianto renale e fans al bisogno.

 
 
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