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Diabete insulinodipendente

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DIABETE INSULINODIPENDENTE 1° DIAGNOSI
Il diabete mellito è una malattia cronica,consistente in un metabolismo anormale,che richiede un trattamento per tutta la vita basato sulla dieta,l’esercizio fisico e farmaci. Si riconoscono tre sottoclassi cliniche di diabete : tipo I,tipo II e altri tipi(diabete gestazionale,intolleranza al glucosio e diabete secondario). La diagnosi di diabete si basa sul riscontro in due campioni di un livello di glicemia a digiuno ≥ 126mg/dl. Il tipo I è caratterizzato da un’insorgenza acuta,questi pazienti sono di solito giovani e magri ed hanno sempre bisogno di un trattamento insulinico. Il tipo II ha un esordio insidioso ed è caratteristico di persone anziane e obese,che hanno in genere una storia familiare di diabete.
Diagnosi infermieristiche :
Rischio elevato di lesione,correlato a gravi episodi di ipoglicemia e diminuzione dell’acuità visiva.
Rischio di complicanze croniche del diabete(retinopatia,insufficienza renale,nefropatia,neuropatia e vascolopatia),correlato a inadeguato controllo metabolico.
Paura correlata a diagnosi di diabete,complicanze potenziali acute e croniche,iniezioni di insulina.

Sviluppo diagnosi infermieristica n°1
Obiettivo infermieristico:
porre il paziente in condizioni di non avere lesioni evitando lo stato di ipoglicemia.

Indicatore di risultato:
Il paziente non presenterà lesioni.

Interventi Infermieristici:
Capacità di somministrarsi autonomamente l’insulina
Acuità visiva e senso di posizione
Storia di caduta o lesioni o paura di cadere
Grazie al glucotest è possibile rilevare la glicemia, e tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue del paziente, quindi di evitare l’ipoglicemia. Inoltre in base a questo dato rilevato il paziente sarà in grado di somministrarsi l’insulina con siringhe già precostituite (senza la necessità di aspirare l’insulina).
Il paziente dovrà fare spesso visite oculistiche per tenere sotto controllo il rischio di lesioni oculari.

Problemi collaborativi :
evitare le complicanze potenziali
Chetoacidosi diabetica
Coma iperglicemico iperosmolare non chetosico
Ipoglicemia
Infezioni
Vasculopatia
Neuropatia
Retinopatia
Nefropatia

Sviluppo problema collaborativo n. 1
Obiettivo Infermieristico
: L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo gli episodi di alterazione della glicemia e le complicanze acute come la chetoacidosi diabetica.
Criteri di risultato: La paziente non presenterà complicanze dovute a chetoacidosi.
Interventi e relative motivazioni scientifiche:
Monitorare per rilevare segni e sintomi di chetoacidosi diabetica :
Recente malattia/infezione
Glicemia  >  300 mg/dL
Chetonemia moderata/grave
Anoressia, nausea, vomito, dolori addominali
Respiro di Kussmaul
Ph  <  7,35 e HCD  <  15 mgEg/L
Diminuito livello sierico di sodio, potassio, fosfati
Disidratazione
Quando l’insulina non è disponibile, il livello glicemico aumenta e l’organismo metabolizza i lipidi per produrre energia, producendo corpi chetonici. Un livello eccessivo di corpi chetonici provoca cefalea, nausea, vomito e dolori addominali. Un aumento della frequenza e della profondità del respiro contribuisce all’escrezione di CO 2 e riduce l’acidosi. Il glucosio inibisce il riassorbimento di acqua nei glomeruli renali, determinando diuresi osmotica con perdita di acqua, sodio, potassio e fosfati.
Piano di dimissione:
Durante tutta la degenza si è informato il paziente sulla malattia diagnosticatele e lo si è educato nella gestione del trattamento, delle complicanze e sul nuovo stile di vita che dovrà intraprendere.
Perciò al momento della dimissione il paziente sarà in grado di:
definire il diabete come malattia cronica che richiede un trattamento per tutta la vita;
dimostrare di aver capito l’importanza dell’attività fisica quotidiana (almeno una passeggiata di un’ora al giorno), e di un controllo sull’alimentazione (consulterà il dietista per la pianificazione dei pasti idonea e personalizzata) perché strettamente correlati in rapporto al livello glicemico;
spiegare e dimostrare la tecnica della misurazione della glicemia col gluco-test e dell’auto-somministrazione dell’insulina per via sottocutanea, quindi riuscirà a spiegare la marca, il tipo, l’inizio, il picco, la durata d’azione e il dosaggio delle insuline prescritte;
elencare le raccomandazioni per la rotazione delle sedi di iniezione (parte addominale esterna alla zona peri-ombelicale; tricipite…),la conservazione dell’insulina e lo smaltimento delle siringhe o degli aghi della penna insulinica;
 descrivere le complicanze acute (come le crisi ipoglicemiche) e croniche (retinopatia, neuropatia, nefropatia, vasculopatia) e le misure di cura di sé che ne possono prevenire o diminuire la progressione;
spiegare l’importanza della cura del piede.
Acconsentirà a partecipare ad incontri ambulatoriali di formazione per persone con diabete per confrontarsi e risolvere ogni dubbio o chiedere chiarimenti. Si presenterà ogni mese al centro di diabetologia in cui è seguito per effettuare i controlli ematici (glicemia a digiuno, emoglobina glicosilata ecc.) per la valutazione dell’andamento della patologia.


 
 
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