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Trapianto di fegato

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Caso clinico n°54:trapianto di fegato

BREVE E COINCISA DEFINIZIONE DELLA PATOLOLOGIA

Il trapianto di fegato è la sostituzione di un fegato malato con uno sano prelevato da un donatore. Il percorso di un pz trapiantato parte dal momento della diagnosi e vengono messi in lista d’attesa solo quelli con determinati requisiti,fino alla chiamata dell’ospedale che avviene quando si ha la disponibilità di un organo. E’ importante avere un profilo psicodinamico del pz che valuti il gruppo sanguigno e l’Rh ,la ricerca di alcuni anticorpi quali citomegalovirus,markers epatite C e B,HIV,screening specifico per singolo organo e infine valutazione psicologica.
VALUTAZIONE DEL RICEVENTE:
Indicazione al trapianto epatopatie gravi sia congenite (assenze vie biliari che porta alla cirrosi epatica)che acquisite
Idoneità al trapianto
Controindicazioni assolute al trapianto→condizioni che aumentano il rischio operatorio o a priori pregiudicano il risultato dell’intervento→(neolasie maligne extraepatica disseminata,infezioni sistemiche di origine extraepatica).
Controindicazioni relative (età si ha come limite 65 anni ,insufficienza renale,insufficienza epatica,ipertensione arteriosa,trombosi della vena portale).

Tre diagnosi infermieristiche in ordine di priorità

Periodo preoperatorio
Ansia/paura correlata a esperienza chirurgica,perdita del controllo,esito non prevedibile e insufficiente conoscenza della routine preoperatoria,delle attività post-operatorie,delle modificazioni e delle sensazioni postoperatorie.
Periodo postoperatorio
Alterazione dell’integrità cutanea correlata a riduzione della mobilità.
Dolore associato all’incisione correlato a interruzione chirurgica di strutture corporee.
Alterazione sensoriale  percettiva.

PRIORITA’ ASSISTENZIALI
Informare il pz e la famiglia sul decorso postoperatorio e cioè che il pz verrà accolto in terapia intensiva,in una camera sterile,si cerca quindi di non far entrare niente dall’esterno se non trattato. Tutto questo riduce notevolmente la carica batterica. Si fa un trattamento immunosoppressivo con aziatriopina,corticosteroidi e ciclosporina. Infine si controllano le complicanze.
OBIETTIVO INFERMIERISTICO
Ridurre al minimo l’ansia rassicurando il pz e ponendosi in una posizione d’ascolto ,rispondendo ai dubbi che questo espone.
INTERVENTI
Preparazione psicologica preoperatoria,informazione e rassicurazione.
MOTIVAZIONI SCIENTIFICHE
L’ansia e lo stress riducono la capacità di ripresa post-operatoria del pz
INDICATORI DI RISULTATO
I malati e i familiari esprimono liberamente le domande e le preoccupazioni e si dimostrano sufficientemente informati.
PROBLEMI COLLABORATIVI
Rischio potenziale di rigetto.
Rischio potenziale di infezioni postoperatorie e opportunistiche.
Rischio potenziale di compromissione a carico dei diversi organi dovuta alle terapie antirigetto
Rischio potenziale di neoplasie.

PRIORITA’ ASSISTENZIALI
Evitare il rigetto
OBIETTIVO INFERMIERISTICO

                                   L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo la complicanza di rigetto valutando segni e sintomi(malessere,febbre,disturbi addominali,ittero,aumento ptt) che indicano questo e prevenendo ciò.

                                    INTERVENTI
                              Per valutare se c’è rigetto ,dopo il trapianto vanno fatte delle biopsie epatiche che indicano che c’è rigetto nel momento in  cui c’è necrosi.
                 Valutare segni e sintomi di ipofunzionalità d’organo.
MOTIVAZIONI SCIENTIFICHE
Esistono tre tipi di rigetto e cioè il rigetto di tipo iper acuto che si manifesta dopo poche ore ,legato a degli anticorpi già presenti nell’organismo che sono citotossici;il rigetto acuto si ha dopo settimane o giorni ed è dovuto a un accumulo di linfociti T;infine il rigetto cronico che si ha dopo mesi o anni dovuto alla risposta immunitaria umorale. Per valutare se è presente il rigetto si esegue appunto la biopsia epatica.
INDICATORI DI RISULTATO
Non si ha presenza di necrosi d’organo.



DIMISSIONE
Nel trapiantato di fegato la dimissione avviene dopo 15 giorni ovviamente se non sono presenti complicanze. La riuscita di questo dipende molto dalla compliance terapeutica del malato. E’ importante che comprenda l’importanza del programma terapeutico e di controllo e sia in grado di gestirsi la terapia immunosoppressiva cioè è necessario che il pz sappia riconoscere alcune complicanze e effetti collaterali della terapia come ad es.:aziatropina→effetto collaterale:neutropenia,disturbi gastroenterici,epato tossicità,per questo periodicamente si controlla l’emocromo e gli enzimi epatici. Corticosteroidi→effetto collaterale:intolleranza al glucosio con diabete nel tempo,accumulo di liquidi quindi va controllato rispettivamente la glicemia e il peso e infine da emorragie gastriche. Ciclosporina→effetti collaterali:nefrotossicità,epatotossicità,ipertensione,maggior incidenza di tumori,segni di infezione e rigetto.
Bisogna insegnare al pz l’automedicazione,l’eliminazione dei cibi a rischio nell’alimentazione quali frutti di mare non trattati,verdure non lavate,i formaggi fermentati,le uova di produzione familiare. Evitare luoghi affollati, la temperatura corporea. Controllare la glicemia e se si nota qualcosa che non va spiegare che va comunicato al medico o all’infermiere. Infine è fondamentale che abbia i numeri di telefono e che sia in contatto con le associazioni ,assistenza domiciliare,rimborsi

 
 
 
 
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