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IPERTENSIONE


Con il termine di ipertensione arteriosa si definisce un aumento anormale della pressione arteriosa. La pressione arteriosa è l’energia con la quale il sangue circola nei vasi arteriosi.
Essa dipende dalla spinta impressa dal cuore al sangue e dalla elasticità dei vasi arteriosi: più questi sono rigidi e più la pressione sarà alta.
I valori della pressione arteriosa variano con l'età, tendendo ad aumentare con il passare degli anni, e nel corso della giornata, risultando più alti al risveglio, tendendo a diminuire durante il giorno, aumentando in caso di sollecitazioni fisiche ed emotive.
Si può quindi comprendere come non esistano in senso assoluto valori di pressione arteriosa normali e la definizione di limiti netti possa risultare arbitraria.
E' in ogni caso desiderabile, alla luce degli studi effettuati una pressione arteriosa con valori inferiori a 140/90 mmHg.
In considerazione di questo dato le ipertensioni arteriose si suddividono in leggere-moderate, quando i valori di pressione diastolica giungono sino a 110 mmHg, ed in gravi, quando i valori sono superiori.
Su 100 pazienti con riscontro di ipertensione arteriosa solo 3 o 4 presentano delle malattie ben identificabili e curabili che hanno causato l'aumento dei valori pressori.
In tutti gli altri casi non è possibile identificare una causa evidente: si parla di ipertensione essenziale.
Si tratta quindi della forma più comune di ipertensione arteriosa, nei confronti della quale esiste una predisposizione familiare e che sarebbe legata ad alterazioni da parte delle cellule nella gestione di due sostanze: il sodio ed il calcio.
Normalmente il primo riscontro di ipertensione arteriosa, soprattutto nelle forme lievi, è occasionale. E' difficile che l’ipertensione dia inizialmente dei disturbi: spesso ci si accorge di una pressione superiore alla norma dopo anni dalla sua insorgenza.
A volte è possibile avere, soprattutto nelle forme che presentano subito valori molto elevati: cefalea, sensazione di testa pesante, ronzii alle orecchie, vertigini, perdita di sangue dal naso.
Normalmente i disturbi provocati dall’ipertensione arteriosa sono legati ai danni indotti dalla stessa su alcuni organi che risultano particolarmente sensibili ad elevati valori di pressione arteriosa, soprattutto se questi valori sono mantenuti a lungo nel tempo: il cuore, il rene ed il cervello.
A livello del cuore un’elevata pressione arteriosa può provocare alterazioni del ritmo cardiaco, dolori al petto (espressione di una condizione ischemica del cuore, cioè di un ridotto apporto di sangue rispetto ai bisogni), sino a giungere ad una condizione di insufficienza cardiaca (cioè di incapacità del cuore a far fronte al proprio ruolo di pompa nel sistema circolatorio) che inizialmente si manifesta con mancanza del respiro durante la notte, con necessità di mettersi seduti per respirare meglio, o durante lo sforzo, e con comparsa di gonfiori alle gambe.
Sul rene l’ipertensione produce una progressiva riduzione della funzionalità renale con perdita di proteine nelle urine e riduzione della quantità delle urine. Un’ipertensione arteriosa elevata e mantenuta a lungo nel tempo può danneggiare irrimediabilmente i reni.
I disturbi a carico del cervello sono legati a danni del circolo cerebrale e possono manifestarsi o con compromissioni acute e drammatiche di alcune aree del cervello (ictus) oppure con una lenta e graduale perdita di alcune funzioni quali la memoria, l'attenzione, l'orientamento nello spazio e nel tempo.
L'elemento base per poter fare una diagnosi di ipertensione arteriosa è la precisa misurazione della pressione arteriosa.










DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
1) Rischio elevato di non adesione, correlato a effetti collaterali negativi della terapia prescritta versus convinzione che non sia necessario alcun trattamento in assenza di sintomi;
2) Rischio di intolleranza all’attività fisica relativa agli effetti dell’ipertensione sulla vita di tutti i giorni;
3) Riduzione della gittata cardiaca;
4) Eccesso del volume dei liquidi (edemi) correlato a diminuzione del flusso ematico renale;
5) Rischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della condizione, delle restrizioni dietetiche, dei farmaci, dei fattori di rischio e del follow up.

PROBLEMI COLLABORATIVI
-Complicanza potenziale: Insufficienza vascolare:
a)Ischemia tessutale;
b)Difetti visivi;
c)Deficit cerebrovascolari;
d)Insufficienza renale;
e)Scompenso cardiaco.


Rischio elevato di non adesione, correlato a effetti collaterali negativi della terapia prescritta versus convinzione che non sia necessario alcun trattamento in assenza di sintomi.

Obiettivo assistenziale
L'infermiere si occuperà di spiegare al paziente:
- L'importanza della terapia e il dosaggio;
- Gli effetti collaterali della non assunzione dei farmaci e dei farmaci stessi.

Interventi infermieristici
Gli interventi sono tutti a breve termine
1) Identificare eventuali fattori che possono predire una non adesione del paziente, come:
- Mancanza di conoscenze;
- Non adesione in ospedale;
- Incapacità di percepire la gravità o la cronicità dell'ipertensione;
- Convinzione che la situazione si risolverà;
Si stima infatti che dal 40 al 50 % dei pazienti con ipertensione interrompa il programma di trattamento nel primo anno. Identificare le barriere all'adesione permette all'infermiere di pianificare interventi che eliminano questi problemi e migliorino la compliance.

2) Mettere in risalto con il paziente che una non adesione può avere conseguenze capaci di mettere in pericolo la sua vita: Segnalare la gravità dell'ipertensione può migliorare l'adesione al trattamento;

3) Sottolineare che l'ipertensione tipicamente non produce sintomi: l'assenza di sintomi spesso incoraggia la non adesione.

4)Sottolineare l’importanza di un attività fisica costante e moderata: nell’ipertensione di medio grado l’attività fisica e l’eventuale perdita di peso può rappresentare l’unico trattamento necessario;

5) Ogni volta che sia possibile far partecipare le persone significative per il paziente alle sedute di insegnamento: Anche le persone significative devono comprendere le possibili conseguenze della non adesione alla terapia, in modo che siano incoraggiate ad aiutarlo.

6) Istruire il paziente a controllarsi, o a farsi controllare, la pressione arteriosa almeno una volta a settimana, e a tenere un’accurata registrazione dei risultati: I risultati dei controlli settimanali della pressione arteriosa sono necessari per valutare la risposta del paziente ai trattamenti e alle modificazioni dello stile di vita.

7) Spiegare i possibili effetti collaterali dei farmaci antipertensivi ( impotenza, diminuzione della libido, vertigini), istruire il paziente a consultare il medico per i farmaci alternativi qualora si verifichino alcuni di questi effetti: Una persona ch sperimenta questi effetti collaterali potrebbe essere tentata di interrompere da sola la terapia farmacologica.

Indicatori di risultato
Il paziente:
- Esprimerà i sentimenti correlati alla sua adesione al regime terapeutico prescritto;
- Mostrerà di aver capito l‘importanza di un costante esercizio fisico e dell’eventuale perdita di peso;
- Identificherà le fonti di sostegno dalle quali trarre aiuto per tale adesione;
- Spiegherà le possibili complicanze di una non adesione.


Complicanza potenziale: Insufficienza vascolare:
a)Ischemia tessutale;
b)Difetti visivi;
c)Deficit cerebrovascolari;
d)Insufficienza renale;
e)Scompenso cardiaco.

Obiettivi assistenziali
L'infermiere gestirà e ridurrà al minimo le complicanze vascolari;

Interventi infermieristici
1)Monitorare per rilevare evidenza di ischemia tessutale: L’ipertensione influenza negativamente tutto il sistema cardiovascolare. Un aumento cronico della pressione di perfusione determina ipertrofia della muscolatura liscia vascolare e aumento della concentrazione di collagene. Queste modificazioni comportano una riduzione del lume vasale, cambiano la forma dei vasi e determinano spasmi delle cellule vasali. Il risultato è la formazione di placche per un'aumentata aderenza dei monociti all'endotelio. L'aumento dello spessore della parete in rapporto al lume delle arterie causa una maggiore resistenza dei vasi, riducendo la loro capacità di dilatarsi in risposta all'aumento del fabbisogno metabolico di ossigeno.

2) Monitorare per rilevare difetti visivi, tra cui visione sfocata, macchie e perdita acuta visiva: Le evidenze dei danni ai vasi sanguigni retinici, indica danni simili in tutto il sistema vascolare.

3) Monitorare per rilevare deficit cerebrovascolari, come:
- Deficit di orientamento, o di memoria;
- Astenia;
- Paralisi;
-Deficit di mobilità o di linguaggio, o deficit sensitivi;
Una marcata ipertensione a livello cerebrale è causa di arteriosclerosi cerebrale e ischemia progressiva. L'interruzione dell'apporto di sangue al cervello causata dall'occlusione o dalla rottura delle arterie cerebrali, determina deficit sensitivi e motori.

4) Monitorare per rilevare segni e sintomi di insufficienza renale, come:
- Diminuzione del livello di proteine sieriche;
- Elevato peso specifico urinario;
- Elevato livello di sodio urinario;
- Grave insufficienza della diuresi (<30 ml/h);
- Aumento del livello sierico di azoto, creatinina, potassio, fosforo, ammoniaca, e diminuzione della Clarence della creatinina.
Con la diminuzione del flusso ematico ai nefroni, il rene perde una parte della sua capacità di concentrazione e formazione di urine normali. Ulteriori anomalie strutturali possono rendere i vasi maggiormente permeabili, con passaggio di proteine nei tubuli renali; La diminuita capacità dei tubuli renali di riassorbire  elettroliti causa un aumento del sodio urinario e del peso specifico delle urine; La diminuzione della velocità di filtrazione glomerulare provoca una diuresi insufficiente e stimola la produzione di renina, che fa salire la pressione arteriosa nel tentativo di aumentare il flusso di sangue ai reni; La diminuita funzionalità renale compromette l'escrezione di urea e creatinina nelle urine, facendo aumentare l'azotemia e la creatininemia.

5) Monitorare per rilevare segni e sintomi di scompenso cardiaco, come:
- Fastidio sottosternale;
Le placche aterosclerotiche micro vascolari o il vasospasmo a livello coronarico riducono il calibro dei vasi e la loro capacità di ossigenazione tessutale.

Indicatori di risultato
Il paziente presenta:
- Parametri vitali nella norma;
- Vista nella norma;
- diuresi ed esami urine nella norma;
- Esami ematochimici nella norma;
- Assenza di dolore o fastidio toracico;

Al momento della dimissione il paziente e i familiari dimostrano di aver compreso
- L'importanza della misurazione sistematica della pressione (di riuscire a rilavarla autonomamente o di essere consapevole a chi rivolgersi);
- I fattori di rischio dell'ipertensione;
- Il dosaggio, gli effetti collaterali e le precauzioni necessarie per tutti i farmaci prescritti (I soggetti definiti "pre-ipertesi" non necessitano di trattamento farmacologico, con l’esclusione dei pazienti con diabete o malattia renale cronica. I pazienti con ipertensione di stadio 1 potrebbero avvantaggiarsi del trattamento farmacologico. Il farmaco di prima scelta dovrebbe essere un diuretico tiazidico, eventualmente associato ad un farmaco di altra classe.
I diuretici hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire le complicanze cardiovascolari dell’ipertensione);
- I fattori dietetici associati alla patologia(dieta ricca di verdura , frutta e priva di grassi);
- La necessità di modificazione dello stile di vita (perdita del peso eccessivo, svolgere attività fisica, limitare l’assunzione di alcolici, seguire una dieta a basso contenuto di sodio);
- Il piano per i controlli post dimissione;
- I segni e i sintomi da riferire al personale sanitario
- Data ora e luogo degli appuntamenti di controllo;

Al momento della dimissione documentare:
Stato clinico al momento del ricovero e cambiamenti significativi di tale stato;
- I risultati delle indagini diagnostiche pertinenti;
- L'insegnamento terapeutico al paziente e ai familiari, specialmente il dosaggio, le vie di somministrazione, l'azione e gli effetti collaterali.
- I risultati degli esami ematochimici;


 
 
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