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FRATTURA DEL FEMORE
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Il femore è l'osso più lungo, voluminoso e resistente dello scheletro umano. Su di esso si inseriscono numerosi muscoli fondamentali per il movimento degli arti inferiori. Articolandosi nella sua estremità prossimale con l'osso dell'anca dà origine all'omonima articolazione (meglio conosciuta come coxofemorale), mentre la sua lt epifisi distale si articola con la rotula e la tibia dando origine all'articolazione del ginocchio. Il trattamento di una frattura del femore richiede quasi sempre l'intervento di sintesi chirurgica. Solo in presenza di controindicazioni a questo approccio può essere suggerito il trattamento conservativo. Nella stragrande maggioranza dei casi la chirurgia è comunque fondamentale per la sopravvivenza e la ripresa funzionale del paziente. Il tipo di intervento scelto dipende, in ogni caso, dal tipo di frattura.
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2) Ansia correlata a: percezione di minaccia al concetto di sè, al proprio stato di salute
3)Rischio/alterazione neurovascolare dell'arto inferiore correlato a: stasi venosa, trauma ai nervi e ai vasi sanguigni.
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1) Complicanza potenziale: Emorragia, formazione ematoma;
2)Complicanza potenziale: Compromissione neurovascolare;
3) Complicanza potenziale: Sindrome compartimentale
4) Complicanza potenziale: Embolia grassosa;
5) Complicanza potenziale: Tromboembolia
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b)obbiettivi infermieristici
c)indicatori di risultato
d)almeno 3 interventi con relativa motivazione scientifica
e)tempo interventi (se a breve o a lungo termine)
DIAGNOSI PRIORITARIA:
1) DOLORE ACUTO, CORRELATO A: TRAUMA TISSUTALE, IMMOBILITA', FRATTURA
OBIETTIVI ASSISTENZIALI: (a breve termine)
1) Ridurre il dolore
INTERVENTI INFERMIERISTICI:
1)Immobilizzare meglio possibile la parte interessata
2) Insegnare al pz a cambiare posizione lentamente
SPIEGAZIONE SCIENTIFICA:
L'immobilizzazione riduce il dolore e gli spostamenti
I movimenti lenti diminuiscono gli spasmi muscolari
INDICATORI DEL RISULTATO:
1) Il pz riferirà una progressiva diminuzione del dolore e il controllo di esso dopo le misure volte al alleviarlo.
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OBIETTIVI ASSISTENZIALI: (a breve termine)
1)Gestire e ridurre al minimo la complicanza di emorragia.
INTERVENTI INFERMIERISTICI:
a.Monitorare per rilevare segni e sintomi di shock: Tachicardia con PA normale o leggermente diminuita;
b.diuresi minore di 30 ml/h
c.Agitazione, irrequietezza; modificazioni dello stato mentale;
d.Tachipnea;
e.Diminuzione dei polsi periferici;
f.Cute pallida, fredda, cianotica
g.Sete intensa
SPIEGAZIONE SCIENTIFICA:
Il tessuto osseo è molto vascolarizzato:la perdita ematica può dunque essere rilevante.
La risposta compensatoria alla diminuzione del volume circolante comporta un aumento dell'ossigeno nel sangue per aumento della FC e FR e diminuzione della circolazione a livello degli arti. La diminuita ossigenazione cerebrale può causare alterazioni dello stato mentale
INDICATORI DI RISULTATO:
1) Il pz avrà i parametri vitali nella norma e non mostrerà segni e sintomi di emorragia.
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Segni vitali stabili
Valori di laboratorio stabili
Assenza di complicanze importanti quali: sepsi, insufficienza renale…
Documentare che il pz e i familiari dimostrano di aver compreso:
La prognosi
Il trattamento
La gestione del dolore
La risposta post-
Le risorse di adattamento
Usando come guida gli indicatori di risultato, documentare:
Lo stato clinico all’ingresso
Le modificazioni significative di tale stato
I risultati degli esami di laboratorio e delle indagini diagnostiche pertinenti
I liquidi somministrati
I farmaci somministrati
L’apporto nutritivo
Il sostegno emotivo
Le misure di prevenzione e il trattamento delle complicanze
L’insegnamento al pz e ai familiari