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Psicosi acuta

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Psicosi acuta – Adulto.
Inquadramento della patologia.


L'improvvisa manifestazione di sintomi psicotici gravi identifica un episodio psicotico acuto. La 'psicosi' rappresenta uno stato mentale che provoca allucinazioni (disturbi della percezione) e/o deliri (convinzioni personali false ma fermamente mantenute, che sono determinate dall'incapacità di distinguere le esperienze reali da quelle irreali).
Sintomi caratteristici:
1) Confusione delle funzioni mentali: le funzioni mentali relative alla vita di tutti i giorni diventano confuse o non seguono una successione logica. La persona si esprime con frasi poco chiare o che non hanno alcun senso ed ha difficoltà a concentrarsi, a seguire una conversazione o a ricordarsi le cose. Le sue funzioni mentali appaiono molto rapide o molto lente.
2)
Convinzioni false: la persona che soffre di un episodio psicotico è comune che abbia convinzioni false, ed è convinta che le sue convinzioni siano vere al punto che anche il discorso più logico non riesce a farle cambiare idea. Per esempio potrebbe essere convinta che le automobili parcheggiate normalmente per strada siano automobili della polizia che la tengono sotto sorveglianza.
3)
Allucinazioni: la persona che si trova in uno stato di psicosi vede,sente,odora o prova cose che in realtà effettivamente non esistono. Per esempio potrebbe udire voci che nessun altro riesce ad udire o potrebbe vedere cose inesistenti. Le cose potrebbero avere un sapore o un odore come se fossero avariate o addirittura avvelenate.
4)
Cambiamenti emotivi: lo stato emotivo della persona che soffre di psicosi potrebbe cambiare senza un motivo apparente. Per esempio potrebbe sentirsi strana ed esclusa dalla realtà e potrebbe percepire il mondo che la circonda in maniera lontana ed astratta. Gli sbalzi di umore sono comuni per cui potrebbe sentirsi insolitamente eccitata o depressa oppure potrebbe chiudersi in sé stessa o comportarsi freddamente nei confronti degli altri.
5)
Cambiamenti comportamentali: l'individuo che soffre di psicosi si comporta in modo diverso dal solito. Può essere estremamente attivo o letargico oppure può rimanere tutto il giorno senza far niente. Talvolta ride quando non è il caso o va in collera oppure è sconvolto senza una causa apparente.
I sintomi variano da una persona all'altra e potrebbero cambiare col tempo.
I Vari tipi di Psicosi
La psicosi si manifesta in modo diverso da un individuo all'altro, per cui nelle prime fasi è preferibile non dare alla malattia una definizione o un nome specifico.
Tuttavia, nei casi in cui un individuo soffre di una psicosi, generalmente viene stilata una diagnosi: si cerca di identificare una malattia in base ai sintomi. La diagnosi dipende dall'origine della malattia e dalla durata dei sintomi.
Un episodio psicotico può manifestarsi nell’ambito di diverse patologie, queste sono le più frequenti:
1)
Schizofrenia: malattia psicotica nella quale i sintomi o i cambiamenti comportamentali perdurano da un periodo di circa sei mesi. I sintomi e la durata della malattia differiscono da un individuo all'altro.
2)
Disturbo bipolare: la psicosi si manifesta come parte di un'alterazione generale dell'umore, per cui il paziente va incontro a crisi depressive o a crisi maniacali. Quando i sintomi psicotici sono presenti, essi tendono a corrispondere all'umore del paziente: se è depresso potrebbe sentire voci che gli dicono di suicidarsi, mentre se è allegro o eccitato potrebbe credersi speciale e capace di compiere grandi imprese.
3)
Depressione psicotica: grave forma di depressione accompagnata da sintomi psicotici, ma priva di crisi maniacali.
4)
Psicosi reattiva di breve durata: i sintomi psicotici insorgono all'improvviso come reazione ad un forte stress (Es: una morte in famiglia o un cambiamento di circostanze). I sintomi possono essere gravi, ma il paziente si rimette rapidamente nel giro di pochi giorni.
5)
Psicosi provocata da droghe: l'uso di droghe e di alcol o l'astinenza da droghe o da alcol può essere associato alla manifestazione di sintomi psicotici. Talvolta tali sintomi si risolvono rapidamente a mano a mano che gli effetti di tali sostanze scompaiono. In altri casi, la malattia potrebbe durare più a lungo, ma trae sempre origine dalla psicosi provocata da droghe.

3 diagnosi infermieristiche
1) Processi mentali disturbati, correlati a distorsioni percettive e cognitive, come dimostrato dall’atteggiamento diffidente, dal comportamento di difesa e dallo sconvolgimento del pensiero.
2) Isolamento sociale, correlato all’incapacità di fidarsi degli altri.
3) Incapacità di reagire, correlata all’interpretazione erronea dell’ambiente e alla compromissione delle capacità di comunicazione.

3 problemi collaborativi
1) Complicanza potenziale di condotte anticonservative (comportamenti suicidari).
2) Complicanza potenziale di negligenza nella cura di patologie organiche pregresse (diabete, ipertensione…).
3) Complicanza potenziale di uso, abuso o dipendenza da alcol o sostanze stupefacenti.

Sviluppo prima diagnosi infermieristica
1) Processi mentali disturbati, correlati a distorsioni percettive e cognitive, come dimostrato dall’atteggiamento diffidente, dal comportamento di difesa e dallo sconvolgimento del pensiero.
Obiettivi infermieristici: Rafforzare la differenziazione tra delirio e realtà.
Indicatore di risultato: il paziente presenterà miglioramenti nell’orientamento nella realtà, nella concentrazione e nella durata dell’attenzione, come dimostrato dall’eloquio organizzato e dal comportamento.
Interventi assistenziali:
Fornire al paziente delle informazioni oneste e coerenti in maniera non punitiva, evitando di contestare il contenuto delle convinzioni del paziente (avrebbe risultati controproducenti: il paziente potrebbe percepire l’infermiere come un nemico, coinvolto in un complotto, e rifiutare l’adesione al progetto assistenziale)
Utilizzare e incoraggiare l’utilizzo di un linguaggio semplice e chiaro quando si parla con il paziente (se le informazioni che il paziente riceve dall’infermiere sono chiare, l’interpretazione e la risposta alla realtà sarà più semplice)
Spiegare al paziente le procedure, gli esami e le attività prima di iniziarli; se ritenuto necessario fornire materiale scritto o registrazioni video, come insegnamento (vedere le stesse procedure applicate ad altre persone potrebbe rassicurarlo circa la loro reale necessità e la normalità del trattamento, senza sentirsi sottoposto a sperimentazioni pericolose per sé).
Fornire al paziente elementi ambientali che favoriscano l’orientamento nel tempo e nello spazio (elementi luminosi che scandiscano giorno e notte, orologi e calendari che permettano al paziente di conoscere ora e data, sono fonti importanti di imput per l’orientamento alla realtà)

Gli interventi a breve o lungo termine cambiano a seconda della natura della patologia, della diagnosi e della durata dell’episodio psicotico: si possono avere lunghi periodi di ospedalizzazione, brevi trattamenti farmacologici per il contenimento immediato dei sintomi, l’inizio di una psicoterapia con cadenza da stabilire con il medico psichiatra e terapia farmacologica da protrarre a tempo indeterminato.

Sviluppo primo problema collaborativo
1) Complicanza potenziale di condotte anticonservative (comportamenti suicidari)
Obiettivo infermieristico: individuare i soggetti più a rischio di comportamenti suicidari, e prevenirne la messa in atto.
Indicatori di risultato: il paziente permane libero da lesioni e atti violenti.
Interventi:
Monitorare nel paziente i comportamenti che indicano un aumento dell’ansia e dell’agitazione.
Anche se il paziente non riferisce apertamente propositi anticonservativi, questi devono essere sempre valutati. Esplorare con domande dirette, rivolte con tatto, se ritiene che non valga la pena vivere, se considera la morte una possibile soluzione ai suoi problemi, se ha elaborato veri e propri progetti di suicidio. (In base alle risposte si valuterà l’opportunità di stabilire un trattamento domiciliare, utilizzando eventualmente l’aiuto fattivo e concreto dei familiari, oppure ricorrendo a un ricovero in ambiente specialistico, se necessario anche contro la volontà del paziente)
prestare attenzione a eventuali comportamenti inconsueti (fare testamento, stipulare assicurazioni sulla vita, regalare oggetti dal valore prevalentemente affettivo sono segni di ideazione di atti suicidari)

Piano di dimissione
Il piano di dimissione dipenderà dalla natura dell’episodio psicotico.
Psicosi acute reattive ad un evento stressante, o indotte da sostanze, avranno un piano di dimissione mirato al superamento dell’evento scatenante o alla disintossicazione.
Per pazienti a cui invece sia stata fatta diagnosi di schizofrenia, o disturbo schizofreniforme e delirante, tutte patologie psichiatriche caratterizzate da disturbi del pensiero (disturbi psicotici), verrà elaborato un piano di dimissione e recupero più strutturato, che richiederà la compartecipazione di medici psichiatri, infermiere, famiglia e persone vicine al paziente.
I pazienti potranno ricevere le cure in strutture protette o in strutture assistenziali territoriali, o essere inseriti in programmi di cura e assistenza domiciliare. Il livello della cura sarà determinato dalla gravità dei sintomi e dal rischio di danno a sé ed agli altri.
Si prevedono in genere trattamenti (anche farmacologici) a lungo termine: generalmente il trattamento è basato su terapia con neurolettici (antipsicotici) tipici o atipici. I neurolettici tipici possiedono molti effetti collaterali che richiedono una gestione attenta. I neurolettici atipici presentano minori reazioni avverse e possono essere anche più efficaci contro i sintomi negativi della schizofrenia (appiattimento affettivo, apatia, anedonia, asocialità…). I farmaci neurolettici più frequentemente utilizzati nel trattamento sono aloperidolo, flufenazina e risperidone.
I trattamenti psico-sociali si baseranno su un addestramento alle capacità sociali, e una rieducazione del paziente alle attività quotidiane.
Sarà opportuno suggerire una terapia individuale e familiare, un addestramento psichico individuale, di gruppo e di sostegno familiare, e programmi di ospedalizzazione parziale coordinati con il trattamento territoriale.
Compito dell’infermiere sarà quello di spiegare al paziente ed ai familiari il decorso della malattia, come riconoscere e affrontare i sintomi di ricaduta, e il corretto uso, azioni ed effetti collaterali dei farmaci prescritti.
Fornire istruzioni su quando notificare al medico curante gli effetti collaterali dei farmaci, o il variare dei sintomi della malattia.
Informare infine il paziente ed i familiari sulle risorse della comunità, sui gruppi di sostegno e circa la possibilità di reperire infermieri che forniscano assistenza domiciliare.


 
 
 
 
 
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